Il protagonista della scorsa settimana, Guillame Hoarau, si è ripetuto anche in questa segnando una doppietta decisiva nel 4-4 tra Psg e Lione. Rimaniamo quindi soddisfatti della nostra preveggenza e passiamo al protagonista di questa giornata, nome meno altisonante ma sicuramente decisivo. Si tratta del brasiliano Eduardo Ribeiro Dos Santos.
Il suo nome sarà sicuramente poco noto ai più, ma non ai tifosi dell’Ajaccio. Ma conosciamo meglio questo 31enne brasiliano dal passaporto svizzero. La sua carriera da professionista inizia in Brasile dove, con la maglia del Flamengo, realizza la bellezza di 73 goal in 114 partite. Gli scout europei cominciano a muoversi e l’approddo nel vecchio continente di Eduardo è datato 2001. In quell’anno inizia la sua carriera col Grasshoppers, in Svizzera, dove passa sei anni, non vince nulla di importante e realizza solo 36 goal.
Quindi, nel 2007, l’approdo in Francia al Guingamp. Qui segna 22 goal in 63 partite e in due anni si prende anche la soddisfazione di vincere la Coupe de France, 2-1 sul Rennes in finale, segnando anche il goal decisivo. E’ l’apice della sua carriera, che pian piano si declina quando l’elvetico-brasiliano passa al Lens. In tre anni infatti segna poco più di 10 goal in 77 presenze, culminati dalla retrocessione in Ligue 2 del club nella scorsa stagione.
Poi, a Gennaio, la chiamata dell’Ajaccio. I corsi erano già dati per spacciati, in fondo alla classifica, destinati alla Ligue 2 e a fare la fine dell’Arles Avignone. Ma erano solo supposizioni. Eduardo in 6 presenze colleziona 4 goal, tutti decisivi per portare punti alla causa della squadra isolana.
Da quando c’è lui l’Ajaccio ha perso solo una volta, nella difficile trasferta di Montpellier, ed ha conquistato 11 punti in 5 partite. Anche nell’ultima importantissima partita, vinta 2-1 sul Dijon, il navigato attaccante ha messo dentro la rete che ha avviato i corsi verso la conquista dei tre punti. Il terz’ultimo posto dista solo tre punti ma l’Ajaccio, già dato per spacciato un mese e mezzo fa, potrà puntare con convinzione alla salvezza. Con un Eduardo in più…
Marco Trombetta