Si potrebbe dire che l’Ajaccio è la bestia nera del Paris Saint-Germain – due 0-0 tra andata e ritorno – , oppure che il portiere messicano Ochoa (davvero sprecato in Corsica) era in serata di grazia. Ma sarebbero soltanto scuse. Perchè a questo Psg non mancheranno i milioni o i campioni, ma manca in toto la mentalità da grande squadra.

Non ci può neppure Zlatan…(QUI il report del match)
L’abbiamo detto volte. Al-Thani può comprare Ibrahimovic, Thiago Silva, Lucas, Ronaldo e Mourinho. Può inventare un nuovo stemma, costruire un nuovo stadio, può pure comprare la Tour Eiffel. L’unica cosa che non dipende da suoi petrodollari è la maturità, il piglio, l’atteggiamento che ti fa vincere i trofei. E quello al Psg manca palesemente.
Si va dalle dichiarazioni fuori posto agli interventi fuori di testa come quello di Thiago Motta. L’ex Inter non poteva accettare di farsi sbeffeggiare dal buon Sammaritano, e così ha pensato bene i tranciargli la caviglia con una scivolata peraltro inutile in quella zona di campo. Risultato? Un sacrosanto rosso diretto, il quarto stagionale per il Psg.
Ed è proprio il numero di cartellini rossi che invita a far riflettere. E’ possibile che il Psg, la squadra più forte del campionato, sia penultima nella classifica della sportività? E’ davvero un paradosso: gli uomini di Ancelotti hanno collezionato ben 43 cartellini gialli, un rosso per doppia ammonizione e, come detto, ben quattro cartellini rossi diretti. Una quantità enorme, che rende i parigini la squadra più antisportiva di Francia dietro il Bastia, che picchia per necessità.
IL CATTIVO PSG
20 PARTITE
43 CARTELLINI GIALLI
1 DOPPIA AMMONIZIONE
4 ROSSI DIRETTI
E pensare che l’anno si era concluso con la tacchettata di Ibrahimovic a Lovren nel big match col Lione. Un gesto che restò impunito, visto che in Francia con la prova tivù non ci vanno molto d’accordo. Non c’è bisogno invece di prova tivù per vedere che il Psg ha perso nuovamente punti dalla vetta. Adesso il Lione è a +2, e dalla parti di Parigi cominciano ad avere tutti un poco piacevole deja vù.
Quest’anno però è obbligatorio vincere, e per farlo è obbligatorio crescere…
Marco Trombetta