Basta un Pocho Lavezzi e la pillola Champions va giù, canterebbe Mary Poppins. L’impegno europeo del Paris Saint-Germain col Valencia si è rivelato infatti più difficile del previsto, e nonostante il 2-1 del Mestalla i parigini si sono dovuti accontentare di un pareggio in rimonta al Parco dei Principi per passare il turno. Poco male. Ciò che conta è essere tornati nel G8, come non succedeva dal lontano 1994.
Quell’anno lì il PSG era trascinato dalle prodezze di George Weah, oggi da quelle di Lavezzi. Il paragone appare sicuramente azzardato, ma sono i numeri che parlano: l’ex Napoli ha realizzato cinque goal in sette partite di Champions, mentre Re King è con sette reti il miglior marcatore della storia del club parigino nella massima competizione europea.
Nella Champions 94-95 le reti di Weah permisero al PSG di approdare addirittura in semifinale (il traguardo massimo del club nella competizione) contro il Milan. Ma alla fine i rossoneri non solo si presero la finalissima, ma anche Big George, che chiuse l’esperienza parigina di tre anni mettendo in bacheca una Ligue 1, due coppe di Francia ed una coppa di Lega francese.
Per Lavezzi c’è ancora tempo. Sia per riempire la sua di bacheca, che per emulare le gesta del fenomeno liberiano. Perchè se il Pocho in campionato sbaglia a tu per tu col portiere del Reims, in Champions riesce addirittura a segnare col ginocchio.
POCHO VS BIG GEORGE
Ma si sa che la quantità e l’importanza contano più della qualità quando si parla di goal. Sono i fattori che fanno la differenza. Ed il Pocho europeo fa la differenza più di Ibrahimovic.
Già la scorsa stagione al Napoli l’argentino si esaltava quando sentiva la musichetta della Champions. Chiedere al Chelsea per informazioni più dettagliate.
Ma stavolta Lavezzi è andato oltre gli ottavi di finale e nella prima gara dei quarti – considerata l’assenza di Ibra per squalifica – toccherà nuovamente a lui metterla dentro.
Segnare e far sognare. Un pò come faceva Weah.
Marco Trombetta